ANTONIA POZZI
(1912-1938)
BELLEZZA
Ti do me stessa,
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e di stelle- bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e di stelle- bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.
Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstite colonne
e ulive e spighe.
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstite colonne
e ulive e spighe.
Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi.
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi.
E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido della bellezza;
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido della bellezza;
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo,
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette.
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo,
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette.
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