SALVATORE QUASIMODO
ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo ?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre eano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo ?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre eano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
A UN POETA NEMICO
ΑπάντησηΔιαγραφήa Giusepe Marotta
Su la sabbia di Gela colore della paglia
mi stendevo fanciullo in riva al mare
antico di Grecia con molti sogni nei pugni
stretti e nel petto. L'a Eschilo esule
misur'o versi e passi sconsolati,
in quel golfo arso l' aquila lo vide,
e fu l' ultimo giorno. Uomo del Nord, che mi vuoi minimo o morto per tua pace, spera :
la madre di mio padre avra cent' anni
a nuova primavera. Spera : ch' io domani
non giochi col tuo cranio giallo per le piogge.
Νασαι παντα καλα καθηγητα !
Καλο βραδυ !
@ Χαρ. Αλβέρτος: Ευχαριστώ πολύ. Αντιχαιρετώ και αντεύχομαι.
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