CESARE PAVESE
LA
VECCHIA UBRIACA
Piace pure alla vecchia
distendersi al sole
e allargare le braccia. La vampa pesante
schiaccia il piccolo volto come schiaccia la terra.
e allargare le braccia. La vampa pesante
schiaccia il piccolo volto come schiaccia la terra.
Delle cose che bruciano non
rimane che il sole.
L’uomo e il vino han tradito e consunto quelle ossa
stese brune nell’abito, ma la terra spaccata
ronza come una fiamma. Non occorre parola
non occorre rimpianto. Torna il giorno vibrante
che anche il corpo era giovane, più rovente del sole.
L’uomo e il vino han tradito e consunto quelle ossa
stese brune nell’abito, ma la terra spaccata
ronza come una fiamma. Non occorre parola
non occorre rimpianto. Torna il giorno vibrante
che anche il corpo era giovane, più rovente del sole.
Nel ricordo compaiono le
grandi colline
vive. e giovani come quel corpo, e lo sguardo dell’uomo
e l’asprezza del vino ritornano ansioso
desiderio: una vampa guizzava nel sangue
come il verde nell’erba. Per vigne e sentieri
si fa carne il ricordo. La vecchia, occhi chiusi,
gode immobile il cielo col suo corpo d’allora.
vive. e giovani come quel corpo, e lo sguardo dell’uomo
e l’asprezza del vino ritornano ansioso
desiderio: una vampa guizzava nel sangue
come il verde nell’erba. Per vigne e sentieri
si fa carne il ricordo. La vecchia, occhi chiusi,
gode immobile il cielo col suo corpo d’allora.
Nella terra spaccata batte
un cuore più sano
come il petto robusto di un padre o di un uomo:
vi si stringe la guancia aggrinzita. Anche il padre,
anche l’uomo, son morti traditi. La carne
si è consunta anche in quelli. Né il calore dei fianchi
né l’asprezza del vino non li sveglia mai più.
come il petto robusto di un padre o di un uomo:
vi si stringe la guancia aggrinzita. Anche il padre,
anche l’uomo, son morti traditi. La carne
si è consunta anche in quelli. Né il calore dei fianchi
né l’asprezza del vino non li sveglia mai più.
Per le vigne distese la voce
del sole
aspra e dolce susurra nel diafano incendio,
come l’aria tremasse. Trema l’erba d’intorno.
L’erba è giovane come la vampa del sole.
Sono giovani i morti nel vivace ricordo.
aspra e dolce susurra nel diafano incendio,
come l’aria tremasse. Trema l’erba d’intorno.
L’erba è giovane come la vampa del sole.
Sono giovani i morti nel vivace ricordo.
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