Παρασκευή 18 Οκτωβρίου 2019

ΕΓΡΑΦΕ ΣΑΝ ΣΗΜΕΡΑ ΤΟ 1967 Ο ΠΑΖΟΛΙΝΙ ΣΤΟΝ ΓΚΙΝΣΜΠΕΡΓΚ




PIER PAOLO PASOLINI



ΕΠΙΣΤΟΛΗ ΣΤΟΝ ΑΛΛΕΝ ΓΚΙΝΣΜΠΕΡΓΚ


…..…..…..…..…..…..…..A Allen Ginsberg – New York

….. ….. ….. ….. ….. ….. ….. ….. ….. ….. ….. ….. ….. [Milano, 18 ottobre 1967]

Caro, angelico Ginsberg, ieri sera it ho sentito dire tuto quello chi ti veniva in mente su New York e San Francisco, coi loro fiori. Io ti ho detto qualcosa dell´Italia (fiori solo dai fiorai). La tua borghesia è una borghesia di PAZZI, la mia una borghesia di IDIOTI. Tu ti rivolti contro la PAZZIA con la PAZZIA (dando fiori ai poliziotti): ma come rivoltarsi contro l´IDIOZIA? Ecc. Ecc. Queste sono state le nostre chiacchiere. Molto, molto più belle le tue, e te l´ho anche detto il perché. Perché tu, che ti rivolti contra I padri borghesi assassini, lo fai restando dentro il loro stesso mondo… classista (sì, in Italia ci esprimiamo così), e quindi sei costretto e inventare di nuovo e completamente – giorno per giorno, parola per parola – il tuo linguaggio rivoluzionario. Tutti gli uomini della tua America sono costretti, per esprimersi, ad essere degli inventori di parole! Noi qui invece (anche quelli che hanno adesso sedici anni) abbiamo già il nostro linguaggio rivoluzionario bell´e pronto, con dentro la sua morale. Anche I Cinesi parlano come degli statali. E anch´io – come vedi. Non riesco a MESCOLARE LA PROSA CON LA POESIA (come fai tu!) – e non riesco a dimenticarmi MAI e naturalmente neanche in questo momento – che ho dei doveri linguistici.

Chi ha fornito a noi – anziani e ragazzi – il linguaggio ufficiale della protesta? Il marxismo, la cui unica vena poetica è il ricordo della Resistenza, che si rinnovella al pensiero del Vietnam e della Bolivia. E perché mi lamento di questo linguaggio ufficiale della protesta che la classe operaia attraverso i suoi ideologi (borghesi) mi fornisce? Perché è un linguaggio che non prescinde mai dall´idea del potere, ed è quindi sempre pratica e razionale. Ma la Pratica e la Ragione non sono le stesse divinità che hanno reso PAZZI e IDIOTI I nostri padri borghesi? Povero Wagner e povero Nietzsche! Hanno preso tutta loro la colpa.
E non parliamo poi di Pound!

La funzione data loro dalla società dei padri PAZZI o IDIOTI cultori della PRATICA e della RAGIONE, onde detenere il POTERE, per autodistruggersi? Nulla dà un senso di colpa più profondo e immedicabile che detenere il potere. Non c’è da meravigliarsi quindi se chi lo detiene vuole morire. E allora tutti, dal divino Rimbaud allo struggente Kavafis, dal sublime Machado al tenero Apollinaire, tutti i poeti che hanno lottato contro la PRATICA e LA RAGIONE, non hanno fatto altro che preparare come profeti al Dio che attraverso essi la Società invocava: un Dio sterminatore. Hitler, un eroe da film comico. La domanda che ti pongo è questa: l’idea della conquista del POTERE non è ciò che rende ufficiale e quindi insincera e falsa la protesta marxista? Lo so, su questo è meglio che tu non intervenga, è roba europea. Ma allora rispondi alla seguente domanda, se la non-violenza è un’arma per la conquista del potere, non è violenza anch’essa? E tra la tentazione della violenza e la tentazione del potere, non è molto peggiore la seconda? Ma, nel tempo stesso, rinunciare, oltre che alla violenza, anche alla conquista del potere da parte dei giusti, non significa lasciare il potere in mano ai fascisti? Che fare?

Ti bacio affettuosamente tra la folta barba,
tuo
Pier Paolo



Pier Paolo Pasolini: "Lettere (1955-1975)" a cura di Nico Naldini. Torino: Einaudi (1988), pp. 631-632.

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