GIANPAOLO G. MASTROPASQUA
COME ANIMA FISSA
Mi resta questa immagine rauca
conficcata in equilibri che non scriverò mai
e questi occhi d’autunno, dispersi
nel portafiori, in un mattino senza spazi,
quando ignoravo i tuoi suicidi quotidiani
e non importava che essere un pianoforte
nelle tue dita morbide come tasti neri:
hai lasciato questo specchio, che ogni notte
s’incarna di più, come anima fissa.
Mi resta questa immagine rauca
conficcata in equilibri che non scriverò mai
e questi occhi d’autunno, dispersi
nel portafiori, in un mattino senza spazi,
quando ignoravo i tuoi suicidi quotidiani
e non importava che essere un pianoforte
nelle tue dita morbide come tasti neri:
hai lasciato questo specchio, che ogni notte
s’incarna di più, come anima fissa.
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