GABRIELE D’ANNUNZIO
DORMONO L’ACQUE
Dormono l'acque ne 'l plenilunio di giugno;
ritte su da la darsena le antenne stan
come sottili fantasimi a 'l nivëo chiarore.
Via co 'l grecale tacito navigan le nubi a fiocchi,
migrano placidi gli sciami de' sogni
Non senti, o Lalla, il divino odor de 'l mare?
Non odi?
le acque destate un fremito recano lungo;
su 'l vento palpita un'ala di canto.
Stanotte le sirene danzano a la luna;
danzano, Lalla, e il canto
- O giovini a cui ne 'l vivo cuor,
ne le arterie tripudiano i giugni odorosi, prono è il
mar,
la notte è bella: amate! - susurra.
Bianche le nubi perdonsi via pe' silenzî,
migrano placidi gli sciami de' sogni.
Non senti, o Lalla, il divino odor de 'l mare?
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